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tutto assorto nell immateriale vagare dell idea e dell ima-
gine, trascurato dunque di sé, dovette sottostare a mutar-
si come ella voleva. Gl impose di mutarsi così e così, di
rasarsi così e così, di guardarsi nello specchio: «Ma a co-
sa mai dunque mi servirà ciò? Ciò è ridicolo» chiedeva
irritato. «Serve nel caso tuo. Tu stai nelle nubi troppo, ed
io ti tiro giù un poco».  Si guardò, si mutò, sentì d avere
un corpo ed ancora di essere «uomo» quand ella final-
mente gli disse: «Ora sì, sei più maschio; sei maschio»).
Lo amava sì. Se un giorno non saliva a trovarla la trovava
il giorno dopo agitata. Voleva che le parlasse continua-
mente di sé, di ciò che aveva fatto di ciò che pensava di
fare ed ella stessa amava parlargli di quand era fanciulla e
di sua mamma e delle sue precoci tristezze di orfana.
(Della vita in convento no; girava il discorso ed un gior-
no ch egli insistette, gli recitò con un mezzo sorriso un
passo in spagnuolo di S. Teresa: «& sólo quedaba una
memoria como cosa que se ha soñado para dar pena& »
«Tutte le grazie che mi aveva fatto il Signore me le ero
scordate (le ho ora scordate& ) solo restava un lieve ri-
cordo come di cosa sognata per darmi dolore& » «& pa-
reciéndome que yo no lo habia sabido entender& » «pa-
rendomi che non l ho saputo capire»  «Ma dunque
rimpiangi?» «Como de cosa que se ha soñado& Ed ar-
rivò qualcuno improvviso che scosse il mio sogno&
qualcuno!») S erano insieme disciolti dal sogno e quasi
pareva ch ella ora assai meglio di lui sapesse le vie della
nuova lor vita e fosse tutta penetrata del compito di gui-
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Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Boine - Il peccato
dare; ella, non lui.  Voleva che gli spiegasse dei suoi af-
fari, voleva capire, voleva sapere e decider con lui. Do-
vette contarle minutissimamente di tutto il processo;
contò, descrisse, imprecò ricordando e finì dicendo:
«Meglio così; si abbiano denaro e ogni cosa di cui sono
ingordi. Mi tolgono un peso, mi rifarò da me, sarò più li-
bero e mio. L avvocato m ha detto che si può ancora for-
se ricorrere in Cassazione. Niente: m infischio di loro e
dei beni. Niente: si tengano i beni giacché dicono ch io
ne sono indegno e lascino me a me stesso». Ma lei che
scuoteva il capo, chiese che cosa fosse davvero questa
«cassazione». «Oh! questo almeno non sai!» e spiegò
sorridendo cos era. Ed ecco l altra a ripigliarsi,  egli stu-
piva. Giorni prima avevan fatto insieme l uno coll altro il
sogno di ritirarsi su al podere d ulivi in cima alla valle e
di viversi la loro vita queti, lui a girar per i colli, il fucile a
tracolla ed in tasca un libro, lei in casa a far la massaia. E
c era una terrazza lassù e ci si arrampicavano le viti ed a
sera era bello sentir, alla frescura, insieme, il zirlo cantan-
te dei grilli empire la valle. E non c era un rumore e tutto
era queto e tutto era buono ed amico.  Ecco l altra ripi-
gliarsi col dire: «Tu devi. Questo non è giusto che tu
rompa con gli uomini del tutto così e che tu non sia più
del tutto della famiglia tua e la scordi. Anch io ho dato
uno strappo. Ma mi son messa in regola. Credi che sarei
serena così ora, se non mi fossi rimessa in regola anche
con gli usi oltre che con la mia coscienza? Ho parlato un
po più d una volta col prete dei bimbi. Ed ho voluta una
lettera& del vescovo. L ho qui. Dovevo rompere forse?
starmene col peccato e il rimorso in corruccio fuor degli
usi e di tutte le regole, contro gli usi e gli uomini come
una disperata? Tu devi. Continua il tuo ufficio come pri-
ma& il tuo ufficio diritto. I beni sono i tuoi e di tua ma-
dre, devi difenderti. Questo di abbandonarti sì è pecca-
to: troppo volentieri ti ritiri e ti metti in disparte. Ed io ti
dico che se tu sei un uomo tu devi scuoterti e difenderti
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Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Boine - Il peccato
come si picchiano e difendono tutti questi altri d intor-
no. E che se tu non lo fai io non ti vorrò più bene». Egli
la guardava sempre, zitto stupito. «Tu devi». Fare come
lei aveva fatto, star nelle regole, mettersi in regola e non
ritirarsi corrucciato in disparte. Questa donna usciva di
convento ad insegnargli la vita «Tu devi».  Ma aveva
spesso di queste parole rapide in mezzo al chiacchierio
lieto-vagante, frasi e parole (come se un pensiero a lungo
riflesso le sostenesse vivo), d un tratto fonde a svegliarlo.
E come un giorno le rimproverò d aver scordato il suo
Bach e la musica vera per questa ch ella diceva musica
«nuova» le disse (non altro,  e tentava non so che della
Carmen) «Ascolta anche tu. Ti farà bene». Ti farà bene?
Come se dalla semplicità chiara del ritmo di danza, dalla
sonora scioltezza della cantata melodia («Toreador» e la
gaia scattante malizia di «e se tu non m ami») gli dovesse
passar dentro un lavacro di spirituale freschezza, qualco-
sa d infantile, di lieto e di sano come la limpidità soleg-
giata di un mondo visto con occhi ingenui. Come se con-
venisse anche qui farsi, fra uomini, uomo, ed ascoltare
avendo lasciato un momento d accanto una difficile no-
biltà tutta eroismi e severità raffinate e complesse: ascol-
tare aperti e con anima uguale. Ascoltava, sì. La vecchia
spinetta fatta alle gavotte ed ai minuetti pareva maravi-
gliarsi e svegliarsi. Nella debole tonalità del suo tarlato [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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